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"Il tempo ritrovato è di gran lunga più piacevole di quello perso" (Cit. di Giovanna Albi)

martedì 16 aprile 2013

Recensione al testo " Selvaggia " di Giovanni Garufi Bozza Drawup 2012

Ciao , sono Giovanna, 
oggi vi voglio presentare la mia recensione al pregevole testo " Selvaggia" dell'amico stimato Giovanni Garufi Bozza. fine psicologo, indagatore della psiche umana, creatore e gestore di un blog di grande successo, nel quale dà un serio contributo agli scrittori emergenti, attraverso interviste su radiovortice e recensioni di notevole livello. 
Che Giovanni sia un appassionato della vita nella pienezza del termine lo si evince dalle energie  che prodiga in politica, nel blog, nella scrittura e nella sua attività di psicologo.Mi sento di ringraziarlo col cuore per tutto quello che ha fatto e fa per me e  per gli scrittori emergenti e per avermi fatto conoscere un personaggio complesso e contraddittorio, metafora della condizione umana, che è appunto "Selvaggia".
Il filo rosso del romanzo è quello del "doppio,"che già molto diffuso nell'antichità ( le commedie plautine docent), è stato felicemente ripreso nella letteratura psicologica del nostro Novecento , tema che trova in Giovanni un interprete molto profondo, capace di scandagliare nei recessi più profondi dell'animo umano, nel quale di norma convivono più personalità, simbolizzate nel romanzo da Martina, ragazza spenta, solitaria, introversa, studiosa, e Selvaggia, ragazza spregiudicata, dark, eccentrica, votata alla vita carpe diem.
Geniale è l'idea di far convivere le due ragazze in una personalità sdoppiata e ben delineato è anche il personaggio di Daniel, studente di psicologia, che tenta di conciliare gli opposti sentire della complessa personalità di Martina-Selvaggia, mettendo a serio repentaglio la sua salute mentale e rischiando di essere travolto nel vortice della duplice personalità, che si sanerà grazie all'amore.
Lo stile colloquiale, semplice, dialogico ti fa entrare nella storia che si legge di un fiato( ho impiegato 4 ore bellissime della mia attuale giornata) e il lettore viene magicamente risucchiato nell'intreccio , mettendoci del suo e rischiando anch'egli di essere assorbito dalla duplicità esistente nell'essere umano, perché lo scrittore Giovanni tocca un tema universale, cui nessun essere umano può sottrarsi,anche se ,ovviamente, il topos letterario raggiunge livelli paradossali, di fronte ai quali Daniel rimane sconcertato, perché non riesce a riassorbire le contraddizioni facendo appello alla logica kantiana o all'apparente umiltà del messaggio socratico.
Il tema è trattato con coraggio e gusto della narrazione ed esprime bene tutto l'acuto vitalismo del giovane scrittore, vicino alla psicologia adolescenziale, capace di penetrare fino in fondo quel che si agita nell'animo umano, in uno stile vivace, scorrevole, vicino al linguaggio parlato dei giovani.

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